Secondo
alcuni storici il toponimo di Lucugnano deriverebbe dal latino Lucus Jani,
cioè bosco sacro alla divinità Giano. Alle spalle del castello baronale degli
Alfarano-Capece, edificato nel XVI secolo con ventidue stanze si trova una
torre d’epoca sveva. La residenza, disposta su due piani, offre una chiara
proiezione del periodo rinascimentale in cui è sorto. Su un lato della stessa
piazza in cui si affaccia il castello, si trova il l’ottocentesco palazzo
baronale di Girolamo Comi (1890-1968), poeta esponente della corrente
dell’Ermetismo. La parrocchiale di Lucugnano, dedicata a Maria SS. Assunta in
Cielo, vanta una costruzione antichissima, di cui però non si conosce la data.
Gli altari, in alcuni casi precedenti al primo rifacimento del XVII secolo,
sono decorati da tele che abbracciano gli stili dal rinascimento al
neoclassico, fino all’ultima realizzata nel 1849 per volere di Basilio Errico
che commissionò anche l’altare maggiore ed il campanile alle spalle di quello
attuale. Il centro storico di Lucugnano è caratterizzato per la presenza di
un’alta concentrazione di edifici sacri. La Cappella della Madonna Addolorata,
aperta ufficialmente al culto nel 1764, cappella della Madonna delle Grazie è
certa la data di esistenza del 1711, la chiesa di San Giuseppe, costruita nel
1783, la cappella di Santa Croce, databile al XVI secolo, la cappella di San
Rocco, ricostruita sul sito della precedente nel 1969. In paese ci sono anche
tre ex chiese, la cappella di Sant’Anna, censita nel 1711, la cappella
extraurbana di Santa Cesarea del XVII secolo e la cappella di San Francesco
Saverio de 1719, oggi utilizzata come deposito.
Caratteristica
di Lucugnano è la lavorazione della creta, di cui il territorio è ricco, ma
elemento di distinzione è la figura di Papa Galeazzo, arciprete del paese
vissuto nel XVII secolo, che con il suo modo di vivere piuttosto pittoresco,
con la sua arguzia ha dato vita a numerose storielle e racconti con lui stesso
protagonista.
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