giovedì 3 ottobre 2013

Dopo Caprarica del Capo vi presentiamo Tutino



Lo stemma civico del rione rappresenta una mano che stringe un grappolo d’uva, ed esprime in pieno il motto “toti in unum”, motivazione latina del nome di Tutino. Certamente è il borgo più antico di Tricase con i suoi rinvenimenti ceramici dell’antica strada detta “ziccavie”, risalenti all’epoca della Roma Repubblicana (VI-I secolo a.C.).
La chiara impostazione delle mura del Castello dei Trane, rimanda alle costruzioni difensive federiciane, impostate su alte pareti con base scarpata, intervallate da torri, il tutto difeso da un ampio e profondo fossato. Nella seconda metà del XVI secolo, il Casale di Tutino passò in mano a don Luigi Trane, che nel 1578 costruì su un lato del grande recinto castellare il proprio palazzo nobiliare. Il piano terra è mosso dal portale in stile catalano-durazzesco con lo stemma dei Trane nella trabeazione centrale, mentre il piano nobile è ingentilito da nove finestre, decorate con motivi floreali e motti incisi sulle architravi. Il centro storico è scandito da numerosi segni del passato che si estendono tutti sull’asse dell’antica strada romana che aveva un punto di riferimento nel menhir di “San Leonardo. Ai margini del nucleo originario di Tutino, è ubicata la seicentesca chiesa di San Gaetano, ingentilita da un bel finestrone. All’interno sono da considerare il pavimento mosaicato del 1888 e l’altare posto nel cappellone a destra dell’ingresso dedicato al Santo, risalente al 1657. Nel cuore della parte antica del rione di Tutino si erge la parrocchiale dedicata alla Madonna delle Grazie. La struttura offre uno scambio di stili e date all’esterno e all’interno. Sul fronte, il portale principale barocco reca la data 1685, mentre quello laterale, puramente rinascimentale è datato 1578. All’interno, nel transetto a sinistra è collocato uno dei più interessanti altari in stile barocco dell’intera città, intitolato a Sant’Antonio da Padova, mentre a destra, la pala della “Vergine con Bambino e i SS. Pietro e Paolo”, accostabile alla pittura di Jacopo Palma il giovane, monopolizza la scena dell’altare. Percorrendo l’antica strada che conduceva a Miggiano, si trova la suggestiva chiesa della Madonna della Pietà, già ricostruita nel 1670.

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