lunedì 28 ottobre 2013

ACAIT: un Luogo da Rivalutare



Il 28 dicembre 1902, promotore l’On. Prof. Alfredo Codacci-Pisanelli1 ed altri, veniva costituito in Tricase da 96 soci, sottoscrittori di 99 azioni di 10 lire ciascuna, il “Consorzio Agrario Cooperativo del Capo di Leuca”. Questa società anonima a responsabilità limitata, dovette prendere la denominazione di “Azienda Cooperativa Agricola Industriale del Capo di Leuca”.
Agli inizi del secolo XX il tabacco era considerato la coltura fondamentale che poteva apportare quella desiderata e necessaria ventata modernizzatrice all’agricoltura salentina perchè costituiva una tangibile integrazione allo scarsissimo reddito contadino. La coltivazione del tabacco, perciò, rappresentava una delle maggiori fonti di ricchezza sia per i coltivatori, che avevano la sicurezza di collocare il prodotto, sia per le operaie tabacchine che, impegnate nella prima lavorazione, avevano la garanzia di un’occupazione per diversi mesi dell’anno.  
Il 14 maggio del 1935 il Ministero delle Corporazioni, per il tramite del Prefetto, rendeva noto il decreto di scioglimento del Consiglio d’Amministrazione dell’ACAIT e, per la verità, anche di altri Consorzi cooperativi della provincia di Lecce, per procedere alla fusione di tutti nell’unico Consorzio Agrario Cooperativo di Terra d’Otranto con sede a Lecce.
Secondo quanto stabilito dallo Statuto, la società cooperativa si poneva il raggiungimento dei seguenti scopi:
1) organizzare ed esercitare la coltura e l’industria dei tabacchi.
2) stabilire laboratori ed opifici per la conservazione lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli       
3) concedere prestiti ai soci; riscontare il portafoglio; nonché concedere prestiti agrari di esercizio a norma delle speciali leggi in quanto si sia ottenuta la prescritta autorizzazione;
4)  acquistare e vendere per conto proprio e di terzi, prodotti agricoli, macchine, attrezzi e merci in genere;
5) fare saggi, analisi ed esperimenti: istituire corsi e scuole nell’interesse dell’agricoltura e, in genere, dell’elevazione culturale della popolazione;
       6) di promuovere le iniziative che possono efficacemente contribuire al potenziamento produttivo locale

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